I Santi Pietro e Paolo: i Principi degli Apostoli
PIETRO
Apostolo, santo (Betsadia sec I a.C.- Roma 67 d.C.). Figlio di Giona e fratello di Andrea , abitava al tempo della predicazione di Gesù a Cafarnao, dove esercitava il mestiere di pescatore. Chiamato dal Cristo lo seguì divenendo uno dei primi seguaci. Il suo nome Simone fu mutato dal Maestro in Kefa (termine aramaico corrispondente al greco Petros). Della sua vita abbiamo poche notizie, dai Vangeli sappiamo che fu protagonista e spettatore dei fatti più salienti ed eccezionali della vita di Gesù: vide sul monte Tabor la trasfigurazione, constatò la guarigione della sua suocera, udì i discorsi apocalittici e le profezie del Cristo. A Cesarea di Filippo affermò che Gesù era il Messia inviato da Dio (Mc 8, 27-30), ma subito dopo fu rimproverato da Cristo poiché non comprese la futura morte in croce: «Allontanati da me, Satana» (Mc 8, 31-33). Per paura terrena rinnegò tre volte il Maestro prigioniero, ma riscattò la sua viltà con un sincero pentimento. Infatti come racconta l’evangelista Luca, Cristo risorto apparve per primo a lui (Lc 24,34) e nell’apparizione al lago di Tiberiade gli affidò chiaramente la suprema guida della Chiesa, compiendo così la promessa contenuta in Matteo 16,18 «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa».
La successiva attività di Pietro è riportata dagli Atti degli Apostoli. Pietro completa il collegio dei Dodici; pronuncia un grande discorso dopo la Pentecoste ed altri ancora davanti a folle diverse per razza e cultura; compie numerosi miracoli; difende i cristiani davanti al Sinedrio; sceglie i sette diaconi; compie una missione con san Giovanni nella Samaria e rivolge severe parole ad un Simone, che voleva comprare con denaro le virtù carismatiche degli Apostoli (da qui il termine simonia).
Prende i primi contatti con San Paolo neoconvertito, accoglie nella comunità un il centurione Cornelio, dichiarando di estendere ai gentili la predicazione del Vangelo. Fatto prigioniero da Erode , un miracolo lo rende libero (Atti 12,7ss) . Partito da Geerusalemme , secondo san Gerolamo ed Eusebio, fu una prima volta a Roma nel 42. Si hanno poi testimonianze del suo passaggio in Antiochia di Siria, nelle regioni del Ponto, nella Galizia e in Cappadocia. Intorno al 50 partecipò al concilio di Gerusalemme.
Recatosi per la seconda volta a Roma, Pietro prese la direzione della Chiesa romana, trovandosi presente alla persecuzione ad opera dell’imperatore Nerone, come dimostrato dalla sua Prima Lettera. Fu martirizzato verso la fine del periodo tra il 65 ed il 68. Origene e san Gerolamo dicono che sia stata crocifisso a testa in giù, nella zona degli orti vaticani nel circo neroniano.
PAOLO
Apostolo, santo (Tarso 1-5; Roma 64-67). Ebreo della Diaspora, possedette dalla nascita la cittadinanza romana che gli fu trasmessa dal padre, probabilmente un affrancato. Educato secondo i rigidi principi farisaici dell’osservanza non solo della legge ma anche della tradizione orale rabbinica, oltre allo studio dell’ebraico, della Bibbia e delle norme legali apprese anche una professione manuale (probabilmente fabbricante di tende) che gli permise di vivere durante le sue lunghe peregrinazioni missionarie.
Profondamente attaccato alla religione mosaica e, di conseguenza, avverso a Cristo, perseguitò i cristiani; infatti secondo la testimonianza degli Atti degli Apostoli (fondamentali per la ricostruzione della sua biografia) fu presente e consenziente al martirio di Santo Stefano (36 d. C. ca). Poco tempo dopo apparve quell’imprevedibile divino intervento che provocò la sua conversione: la visione sovrannaturale apparizione di Gesù risorto sulla via di Damasco. Ricevuto il battesimo da Anania, divenne un missionario cristiano, spostandosi da Damasco a Gerusalemme, in Cilicia Panfilia, Psidia, Tarso ed Antiochia.
Questione delicatissima e fondamentale nel cristianesimo primitivo era il rapporto dei cristiani con i giudei: molti erano infatti i giudei convertiti ma ancora più o meno legati alle norme giudaiche e, d’altra parte i pagani convertiti non volevano sottomettersi a tali regole, soprattutto sottoporsi alla circoncisione.Per discutere di tali questioni Paolo, insieme a Barnaba, si recò al concilio di Gerusalemme con gli apostoli nel 50 d.C.
Compie molti altri viaggi e viene imprigionato più di una voltra ma rilasciato poiché cittadino romano. In virtù di tale diritto la pena di morte per lui stabilita non fu la umiliante crocifissione, bensì la decapitazione. Così nel 67 d.C. a Roma venne decollato, nella zona oggi detta delle “Tre Fontane”.
Federica
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