Quaresima di carità

Il   periodo quaresimale è un tempo forte ideale a guardarsi dentro e riscoprire ciò che siamo: un tempo che ci invita alla conversione del cuore, affinché  finalmente ci si fidi e ci si affidi a Lui.

I brevi periodi di penitenza e digiuno che siamo chiamati a osservare, se da un lato ci impongono un sacrificio, dall’altro “curano” il nostro cuore ammorbidendolo e colmandolo di amore caritatevole. Dall’accettazione del sacrificio nasce la carità e soprattutto l’impegno per il prossimo,specie se sofferente.

Oggi stiamo vivendo tempi difficili per la carità e la solidarietà e noi cristiani
proprio oggi siamo chiamati a ristabilire le relazioni interpersonali, quasi
ormai perdute, relazioni dove si sviluppa la carità, dove per carità intendiamo
 l’accoglienza dell’altro e della sua storia, per dare speranza, soprattutto ai
 poveri

 “Beati i poveri in spirito”…(Mt.5,3): quando lo spirito si svuota di se stesso per meglio ricevere e dare. “…quanto è bello e quanto è soave che i fratelli stiano insieme…”: il posto del cristiano infatti non è l’isolamento, ma lo stare in
mezzo ai nemici, lì si svolge il suo compito!

In questo periodo di Quaresima facciamo che tali parole non restino aride nel nostro cuore, ma siano l’ordine del giorno: condividere con il fratello, soprattutto il più debole, il più bisognoso. Ma ogni gesto cristiano deve scaturire dall’amore.

 La carità è il – nuovo comandamento – “che vi amiate gli uni gli altri,
 come io vi ho amati”(Gv.15,12) E Cristo ci chiede di amare perfino i   nostri  nemici, di farci prossimi dei più lontani, di essere luce per coloro che non lo conoscono. Che merito abbiamo noi per essere così privilegiati da conoscere le sue opere e i suoi benefici nella nostra vita?

Chi ha sperimentato almeno una volta nella sua vita la misericordia di Dio, non desidererà altro che servire il prossimo, non sarà più attratto dal potere e dalla supremazia, ma vorrà stare con chi è misero,debole e modesto, perché è lì che Dio lo ha cercato e trovato.

 La Quaresima è il tempo forte che ci dà la possibilità di testimoniare e aprire il nostro cuore al fratello. E’ vero, non è facile uscire allo scoperto, porgere la mano al diverso, aiutare chi nella sua infermità ha perso la dignità di uomo, ma in quel volto c’è Cristo che ti chiede aiuto. Lui per primo è sceso fino a noi e si è chinato a “lavarci i piedi”, ora ci sta solo chiedendo di guardare quel nostro fratello con gli occhi dell’amore e di tendergli una mano,affinché non si senta solo.

 A volte siamo caritatevoli col fratello che sta oltre oceano, e non ci accorgiamo che il vicino di casa, il compagno di scuola,l’anziano che incontriamo ogni mattina al semaforo dell’incrocio … è senza una coperta per ripararsi dal rigore dell’inverno e con i suoi occhi lacrimosi, languidi e scavati, ci vuol dire … che ha fame.

 Interroghiamoci e facciamo sì che questa Quaresima segni l’ininzio di una nostra conversione concreta, una conversione ricca di carità, ricca di amore per il fratello perché
                                                                                                                                                                 

                                       senza la carità “niente mi giova”                   

  Carla  Avi