L’esortazione del cardinale Vallini agli 8 uomini ordinati nella basilica lateranense sabato 19 novembre, alla presenza di mogli e figli: «Irrobustite la fede, siate il riflesso e la luce della bontà di Dio» di Graziella Melina.
«Credi sempre in ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni». L’esortazione del cardinale Vallini risuona nella basilica di San Giovanni in Laterano tra gli sguardi commossi dei fedeli. Sull’altare otto “padri di famiglia” ricevono così il Vangelo, del quale sono diventati annunciatori. Ferdinando Pennone, della parrocchia di Sant’Igino Papa, Leonardo Mecacci, del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, Girolamo Scionti, di San Paolo della Croce,Gianluca Carfagnini e Paolo Tabrini, di Santa Francesca Cabrini,Marco Corarelli, di San Felice da Cantalice, Francesco Mattei, di San Giovanni Evangelista, e Alfonso Carfora, di San Giustino, sabato 19 novembre sono stati ordinati diaconi permanenti. Sull’altare, dietro di loro, le mogli e i figli. Tra i circa 90 concelebranti, monsignor Paolo Schiavon, vescovo delegato per il diaconato, il vescovo Luca Brandolini, vicario capitolare del Capitolo lateranense, monsignorNicola Filippi, delegato del Centro diocesano per il diaconato permanente, e monsignor Francesco Peracchi, suo predecessore nell’incarico. Di fronte all’altare, i 114 diaconi permanenti della diocesi.
«Se la parola di Dio chiede servizio, amore a tutti i battezzati – ha detto il cardinale durante l’omelia – voi come diaconi avete una missione specifica. Siate i primi collaboratori pastorali: prodigatevi in quei servizi pastorali che vi verranno assegnati, nell’annuncio del Vangelo e nella carità verso i poveri», che davanti a Dio «sono nostri signori e padroni. I poveri, gli ultimi, gli emarginati, gli immigrati – ha ribadito il porporato – sono la presenza reale di Gesù Cristo». La fede dunque è a fondamento della carità e la rende operante. «La cosa sorprendente per un cristiano è che l’amore donato a chi ha bisogno è amore alla persona di Cristo presente nella persona del povero e questa identificazione è possibile solo per chi ha fede». Compito primario dei diaconi, ha rimarcato rivolgendosi agli otto ordinandi, «sarà dunque di essere annunciatori del Vangelo nelle parrocchie e dove svolgete il vostro lavoro professionale», perché sia «amato e vissuto». «Promuovete gruppi di ascolto tra amici e collaboratori», seguendo l’iniziativa promossa ai tempi della Missione cittadina, «irrobustite la fede, riscaldate i cuori, siate il riflesso e la luce della bontà di Dio».
Prima dell’ordinazione, come prevede il rito, è stata la volta delle testimonianze dei familiari. «All’inizio avevamo timori, pensavamo che la vocazione fosse più grande di noi – ha esordito Laura, la moglie di Leonardo -, ma col tempo ci siamo resi conto che il Signore ha chiamato a servirlo con un cuore nuovo. Abbiamo sperimentato che la vera gioia e la felicità si possono trovare solo stando vicini al Signore». Stessa gratitudine nelle parole di Elisabetta, figlia di Gianluca. «Quella che all’inizio sembrava una disgrazia – ha ammesso con la franchezza tipica degli adolescenti – poi si è rivelato un dono vero che il Signore ci ha dato. Speriamo che questa gioia la possano vivere anche altri ragazzi».
Alla fine della celebrazione il cardinale Vallini ha voluto ringraziare e salutare tutti. «Il vostro dono particolare – ha detto ai nuovi diaconi – vi dia la gioia e il coraggio nella fede», nella certezza che questo sacramento «è segno che il Signore vi vuole bene». Quindi alle mogli: «Siete consapevoli che il dono del diaconato è grande anche per voi, ma che questo comporta nella pluralità degli impegni anche un supplemento di amore da parte vostra. Mentre il Signore vi chiede generosità, arricchisce la vostra famiglia di un dono ancora più grande». E poi, rivolto ai figli: «I vostri papà non sono diventati preti – ha detto sorridendo -, restano papà, appartengono innanzitutto a voi, ma hanno ricevuto un cuore che si allarga al bene delle altre persone». D’ora in poi «sentirete una maggiore bontà e tenerezza dei vostri papà. Saranno il segno della tenerezza della paternità di Dio». E ha concluso con una preghiera: «La Chiesa di Roma è diventata più ricca di santità. Possa quest’amore penetrare in tutte le vie, le case dove donne e uomini vivono. Noi lo seguiamo nella via dell’impegno missionario e della testimonianza». I fedeli hanno risposto con un applauso.
22 novembre 2011