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PAPA FRANCESCO
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Avvento, tempo di attesa, tempo di speranza

“Quando Cristo verrà e busserà alla porta
ci trovi vigilanti nella preghiera,
operosi nella carità fraterna ed esultanti nella lode”.

(Colletta, Lun. I di Avvento)

Principio dell’anno liturgico, l’Avvento è il primo tempo forte che la Chiesa vive e celebra con e nella grande assemblea, tempo in cui il richiamo alla conversione diventa più pressante, più continuo, perché il Regno dei cieli è vicino (Mt. 3,2)

Così risuona il grido di Giovanni Battista, figura emblematica dell’Avvento, che chiama i Giudei suoi contemporanei a conversione, un grido che dovrebbe scuotere anche noi cristiani del XXI secolo.

“Avvento” è la celebrazione dell’attesa della nascita di Gesù Cristo su questa terra, la sua incarnazione, il suo diventare uomo per avvicinare noi alla sua divinità. Ma “Avvento” è anche un’attesa della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi.

“È tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi” (Norme per l’anno liturgico e il calendario, 39: Messale p. LVI).

La liturgia, dunque, guida il cristiano attraverso un duplice itinerario: nelle prime tre domeniche e nelle ferie sino al 16 dicembre insiste sul tema della seconda venuta di Gesù alla fine dei tempi, mentre nei giorni compresi tra il 17 e il 24 tutta la liturgia è ormai tesa verso la celebrazione della nascita del Figlio di Dio.

Nascita che non ci sarebbe stata senza il “sì” libero e incondizionato di Maria, un “sì” che ha aperto la strada alla salvezza del mondo. Maria ci conduce a penetrare il mistero dell’Avvento giorno dopo giorno, incarnando in sé tutte le qualità che appartengono alla vita cristiana in questo tempo di grazia spirituale:

la vigilanza, virtù specifica di chi vive in fervorosa attesa del Messia Salvatore;

la fede, nutrimento e sostegno per accogliere il mistero di Dio divenuto uomo per la nostra salvezza;

la speranza, di chi confida nell’amore misericordioso di Dio;

la conversione, l’impegno sollecito ed urgente di chi si prepara all’incontro con Cristo;

la preghiera, affettuosa invocazione all’Atteso: Vieni, Signore Gesù (Ap 22, 20);

la gioia, espressione di un’attesa che si concretizza in una Persona e che si apre al suo completamento nel Regno dei cieli.

L’attesa di Maria, piena di trepidazione e di esultanza, è la stessa attesa cui siamo chiamati tutti noi: l’attesa che Gesù nasca anche nella nostra vita. In questo senso tutta la nostra esistenza può essere un Avvento, un’attesa quotidiana che Gesù si incarni in ciascuno di noi, che assuma cioè la nostra carne, la nostra vita, con le nostre sofferenze, perché da lui possiamo prendere la Vita.

Il tempo liturgico dell’Avvento diventa allora il tempo propizio per sperimentare questa incarnazione, per far spazio a Cristo, l’unico medico che solo può guarire le nostre debolezze e consolarci con la sua presenza.

DAL VATICANO
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