VEDERE, FARE e CREDERE
Le domeniche 3^, 4^ e 5^ di Quaresima sono le cosiddette domeniche Sacramentali. Le prime due domeniche (che valgono per tutti i cicli liturgici “A – B – C”) seguono un’antichissima tradizione:
- la prima domenica di Quaresima ci mostra le “Tentazioni di Cristo” nel deserto. Ricevute le ceneri, la chiesa ci un modello, Cristo nel deserto per 40 giorni in preghiera. È stato tentato, ha digiunato ed ha vinto;
- nella seconda domenica di Quaresima troviamo invece la “Trasfigurazione di Gesù” sul monte Tabor. Siamo tentati ma Cristo è vittorioso: si è trasformato ed ha avuto il suo momento di gloria.
Seguono poi le domeniche Sacramentali, che per il ciclo “A” sono:
- terza domenica la “Samaritana” – che simboleggia l’ACQUA;
- quarta domenica la parabola del “Cieco nato” – che simboleggia la LUCE;
- quinta domenica la “Resurrezione di Lazzaro” – che simboleggia la VITA.
Noi oggi prenderemo brevemente in esame qualche aspetto del brano che riguarda la resurrezione, o meglio il ritorno in vita di Lazzaro (Gv 11,1-45), tuttavia in questa sezione del portale web, per fornire un quadro più completo possibile di questi passi, sono stati scritti altri articoli su queste domeniche sacramentali e sulle Ceneri.
I simboli dell’acqua e della luce, dominanti nella 3^ e 4^ domenica di Quaresima esplodono nel loro ultimo deferente: la vita. Questo avviene nella liturgia di oggi, ultima grande catechesi battesimale, che ci guida a rivivere il battesimo come il grande esodo dalla morte alla vita.
Questa particolare pagina giovannea tiene il lettore sospeso per il continuo susseguirsi di contraccolpi, per il suo dinamismo e per i numerosi personaggi che ruotano intorno a Gesù.
Tra i protagonisti principali Lazzaro. Originario di Betania, piccolo villaggio che dista circa tre chilometri da Gerusalemme e significa“casa del povero”, Lazzaro è l’abbreviazione dell’appellativo ebraico el’asar che significa “colui che Dio aiuta”. Attualmente Betania ha assunto il nome El-azar (Lazzaro).
Ma ora, per fornire uno sguardo d’insieme del brano sono stati estratti e riportati nello schema che segue, tutti i personaggi, il luoghi segnalati, le azioni compiute e i sostantivi utilizzati nella narrazione:
PERSONAGGI | LUOGHI | AZIONI | SOSTANTIVI |
Lazzaro, definito anche con l’appellativo Amico, è il fratello di Marta e Maria. | Villaggio di Betania | Ungere | Mani, Piedi |
Marta, sorella di Maria e di Lazzaro | Giudea | Asciugare | Capelli |
Maria, sorella di Marta e di Lazzaro | Mondo | Lapidare | Malato, Malattia, Morte |
Gesù, definito anche:Figlio di Dio, Signore,Rabbì,Maestro,
Cristo. |
Gerusalemme | Andare, Ritornare, Uscire, Rimanere, Camminare | Gloria |
Dio, chiamato anche: Padre, Io Sono (cfr. Es 3),Signore. | Efraim, regione vicina al deserto | Inciampare | Sorelle |
Discepoli e condiscepoli | Dire | Giorni | |
Giudei | Addormentarsi | Luce | |
Tommaso, soprannominato Didimo | Risvegliare | Notte | |
Folla | Salvare | Sepolcro | |
Capi Sacerdoti | Pensare | Risurrezione | |
Farisei | Vedere, Credere e Fare | Sudario | |
Romani | Morire, Vivere | Vita | |
Caifa | Trovare | Fretta | |
Risuscitare, Alzarsi | Intimo | ||
Commuovere | Pianto | ||
Turbare | Occhi | ||
Amare | Cieco | ||
Ringraziare | Grotta | ||
Ascoltare | Pietra | ||
Venire fuori | Faccia | ||
Piangere | Unità | ||
Sciogliere | Sinedrio | ||
Amare | Segni |
Giovanni, autore di questo Vangelo, fin dall’inizio della narrazione richiama l’attenzione dei lettori sulla correlazione che esiste tra la morte/risurrezione di Lazzaro con quella di Gesù. Ma per Lazzaro, più che di risurrezione, si deve parlare di richiamo in vita, perché dopo questo evento ha comunque concluso la sua vita, mentre la risurrezione in senso pieno esclude la morte.
Riassumendo le tematiche elencate, questo brano è forse uno dei capolavori di Cristologia giovannea: se vogliamo capire e percepire chi sia Gesù, leggiamo questo capitolo dall’inizio alla fine e troviamo Gesù come Figlio di Dio e come Gesù che mette la sua divinità al servizio e al dolore degli uomini. Troviamo un figlio di Dio trascendete, ma anche un Gesù vicinissimo a noi nel pianto, nella commozione e nel fremito nel donare la vita.
Gesù è a servizio degli uomini ma questo non è facile, infatti non significa assecondare i loro capricci, lasciarli con le loro debolezze, bensì farli camminare e crescere e Gesù fa questo nei riguardi delle due sorelle: quando è lontano da loro certamente soffre fisicamente ed emotivamente nel non dargli una risposta, ma proprio questo silenzio farà maturare la loro fede.
Quando Marta dice: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la darà”, fa un notevole cammino di fede causato proprio nell’occasione di lontananza e silenzio di Gesù. Gesù ha permesso la sofferenza di Marta per renderle un servizio e farla crescere nella fede.
Gesù fa capire che se fosse stato lì, umanamente non avrebbe il coraggio di permettere la morte dell’amico. Questo ci fa sentire un Gesù veramente uomo a servizio degli uomini.
L’autore esprime queste cose e le comunica attraverso il giro narrativo: qui la Parola di Dio si fa davvero messaggio che mentre dice, crea, produce ed ha un impatto di comunicazione fortissima. Leggere e rileggere mette in un contatto più forte e dà impulso al nostro contatto con Gesù.
La risurrezione è vita e cammino in una vita nuova. Dobbiamo allora venir fuori risuscitati dal di dentro, a somiglianza di Lazzaro. A ciascuno di noi Gesù comanda: “Vieni fuori!”. Poi aggiunge: “Scoglitelo e lasciatelo andare”.
Nando e Federica